Buona meditazione ruminante

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natale
Che voi siate quelli ‘col pane ma senza denti’ o voraci masticatori della vita, non importa, questo regalo non taglia fuori nessuno. Siete tutti invitati a fare pratica della “meditazione ruminante”, l’esercizio che secondo Andrea Camilleri si può praticare solo gustando la tradizionale Cubaita, il “torrone siciliano”, quella che più “ci vuole il martello per romperla” più è buona, gli fa eco Leonardo Sciascia.
Seguite alla lettera i consigli di Camilleri, che vi invita a meditare ruminando, evitare la fretta che mal si sposa con questo dolce semplice ma forte, e vi suggerisce di lasciarlo “ammorbidirsi un pochino tra lingua e palato, devi quasi persuaderlo con amorevolezza ad essere mangiato”. Per chi invece non vuole rinunciare alla terapia d’urto, interviene il nostro ingegno: abbiamo realizzato un oggetto ad hoc, che ospita una parte aguzza in marmo su cui potrete, con un piccolo “martello”, ridurre la vostra Cubaita in mille dolcissime schegge, rispettando la ritualità descritta dai nostri letterati.
L’abile unione di gusto tradizionale e palato contemporaneo arriva dallo Chef Gabriele Camiolo, che ha reinterpretato nella nostra cucina la ricetta tipica, amalgamando pistacchi, castagne secche, mandorle, scorza d’arancia, miele, zucchero e fave di cacao, e ottenendo il tipico aspetto caramellato dopo aver fatto raffreddare il prelibato composto. La Cubaita si presenterà così in tutta la sua marmorea consistenza, da gustare senza aggressività (lungi da noi l’essere i protagonisti di quel Natale in cui siete dovuti ricorrere al dentista!).