Seguite alla lettera i consigli di Camilleri, che vi invita a meditare ruminando, evitare la fretta che mal si sposa con questo dolce semplice ma forte, e vi suggerisce di lasciarlo “ammorbidirsi un pochino tra lingua e palato, devi quasi persuaderlo con amorevolezza ad essere mangiato”. Per chi invece non vuole rinunciare alla terapia d’urto, interviene il nostro ingegno: abbiamo realizzato un oggetto ad hoc, che ospita una parte aguzza in marmo su cui potrete, con un piccolo “martello”, ridurre la vostra Cubaita in mille dolcissime schegge, rispettando la ritualità descritta dai nostri letterati.